Madame Peltier vola nella storia
di Paolo Vaccaneo
C’è l’aereo: un biplano Voisin spinto da un motore di appena 50 cavalli. E c’è il pilota, il francese Leon Delagrange (1873-1910). Sulle cartoline prodotte nel 1908 per le loro esibizioni aeree nei cieli italiani manca un particolare (ma non era possibile prevederlo): non c’è Thérèse Peltier, che in quella occasione sarebbe diventata la prima donna a volare in aereo.
L’antefatto
Agli inizi del Novecento volare in aeroplano significava affidarsi a un trabiccolo di legno, tela e qualche tubo in ferro: un’impresa che poteva attrarre solo un manipolo di personaggi eccentrici. Il primo volo a motore era stato compiuto nel 1903, negli Stati Uniti, da Orville e Wilbur Wright. I due fratelli sarebbero arrivati in Italia per insegnare i rudimenti del volo solo nel 1909. Due anni prima, l’ingegnere torinese Carlo Montù aveva invitato Delagrange, uno dei più famosi pionieri dell’aria, perché facesse conoscere per la prima volta il volo in Italia. Furono programmate tre esibizioni, a Milano, Roma e Torino.
Il record
L’8 luglio 1908, sopra la piazza d’armi di Torino, Delagrange avrebbe dovuto compiere un volo in solitario, come a Roma e a Milano, ma ci fu un fuori programma: affianco a lui (subito davanti al radiatore e al motore) su un seggiolino rudimentale – una seduta di paglia agganciata al telaio – prese posto Thérèse Peltier (1873-1926), scultrice talentuosa e donna dagli interessi eclettici. Il loro volo insieme non fu lungo, trecento metri, ma segnò un record storico: la Peltier divenne la prima donna al mondo a lasciare il suolo a bordo di un aereo. Poco dopo l’aviatore francese Henri Farman reclamò per sé il primato, dichiarando di aver trasportato due mesi prima una certa Van Pottelsberghe, ma di quel volo non portò testimonianze fotografiche. Il record della Peltier invece fu rilanciato da molti giornali internazionali – soprattutto riviste mondane – che pubblicarono le foto della prima passeggera (ufficiale) del cielo: Thérèse Peltier è colta con lo sguardo attento e teso, gli abiti compressi nei tiranti del velivolo, i guanti calzati; Delagrange, berretto di lana in testa, è assorto, sembra appuntarsi qualcosa. Oggi tutto di quei tempi è scomparso: la piazza d’armi, i velivoli, e le persone. Rimangono le rare cartoline, illustrate e fotografiche pubblicate all’epoca (valgono poche centinaia di euro), a testimonianza postale e storica di questo poco noto primato italiano.