Il progetto del francobollo
La pubblicazione del progetto
La rivoluzione postale che portò alla nascita del primo francobollo del mondo non germinò dal nulla. Rowland Hill elaborò e rielaborò lungamente i dettagli del progetto. Pubblicò una bozza della riforma nel 1837 nell’opera Post Office Reform: its Importance and Practicability (‘Riforma postale: importanza e fattibilità’) e, dopo averla ulteriormente rimaneggiata, la sintetizzò l’anno successivo nel bollettino The Post Circular. Il concetto era facile: pagare meno, pagare tutti. Cardine della riforma era non tassare il destinatario; era il mittente a dover pagare, e in anticipo. Sarebbe poi stato sufficiente non suddividere la tariffa secondo la distanza: meglio una tassa uniforme eliminando importi elevati. Una tariffa mite, come un penny (una monetina) avrebbe favorito l’uso della posta, con incremento dei commerci e delle entrate, soprattutto se, parallelamente, si fossero eliminati gli anacronistici privilegi di cui molti godevano. Nelle intenzioni di Hil il pagamento sarebbe stato segnalato da «un pezzo di carta sufficientemente grande da accogliere una stampa e coperto al retro da una soluzione glutinosa».
Secondo il racconto del figlio, già nel 1834 – quindi ben prima che Hill facesse menzione di un generico adhesive stamp – il libraio scozzese James Chalmers avebbe prodotto il saggio di un francobollo adesivo. Quell’esperimento – di cui per la verità non rimane traccia – tornò in auge dopo che Chalmers ebbe letto il progetto di riforma postale pubblicata dal Post Circular; l’8 febbraio 1838 sottopose a Hill il campione di una marca postale che, di fatto, anticipava di due anni quello che sarebbe poi stato il francobollo. La proposta, certamente innovativa, non fu accolta da Hill, che proseguì autonomamente. Ma la cosa non era destinata a rimaner senza seguito. La faida divampò: fra i gustosi documenti caricaturali che circolarono all’epoca una cartolina ritraeva i due contendenti impegnati nell’agone per il riconoscimento della paternità del francobollo. Ci furono anche strascichi giudiziari che non valsero ad attribuire a Chalmers il premio di 20 mila sterline che la corona inglese aveva destinato a Hill per i suoi servigi (oltre a una pensione annuale di 2 mila sterline), ma almeno sortirono l’effetto di far riconoscere il suo merito.
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