L’uomo dei francobolli
di Loredana De Vitis
Ho trovato in una libreria una bellissima scatola con cartoline da colorare. “Per bambini”, con soggetti moooolto anglosassoni. Tutto molto attraente. Ho comprato la scatola.
Ho colorato alcune di queste cartoline con matite acquerellabili, ho scritto i miei auguri, ci ho aggiunto una bella foto che Anna Maria aveva scattato a me e Julia, ho chiuso sorridendo e pensando intensamente ai destinatari mentre compilavo gli indirizzi.
E ora… spedire!
Le “poste centrali” sono a Lecce l’unico posto di cui mi fidi per certe spedizioni: alcuni tabaccai mi guardano male, soprattutto se spedisco all’estero. E poi non hanno francobolli, o ce l’hanno brutti o… mi guardano male.
Sono le due e quarantacinque e sono il numero 149. Arriva il mio turno.
- Salve, devo spedire queste lettere.
- Ah, natalizie!
- Sì, infatti.
- Vada dall’altra parte, allo Sportello filatelico. Qui le devo stampare l’affrancatura e le rovino tutto. Un peccato.
Lo Sportello filatelico. Incorniciato da legno scuro, lo Sportello filatelico. Nessuno a far la fila, e nessuno allo Sportello.
Tossisco.
Arriva l’uomo dei francobolli. Calmo, sorridente. Maglioncino blu.
- Salve.
- Salve! Ehmmm… dovrei spedire queste lettere.
- Ah, natalizie! Bisogna trovare qualcosa di adeguato.
Ha detto “qualcosa di adeguato”? Ho sentito bene? Sono in paradiso.
Mi guarda un paio di volte sfogliando i suoi faldoni di francobolli.
- Direi che per l’Italia possiamo scegliere questo: un natale laico. Le piace?
- Va benissimo!
Quest’uomo è perfetto. Sono in paradiso! Stacca nove francobolli. Comincio a incollarli.
- Per quanto riguarda l’estero, mi deve attendere. Bisogna trovare i tagli giusti.
- Ah, certo. Grazie.
Mentre stacco e attacco i nove francobolli sulle cartoline per l’Italia, eccolo tornare. Calmo, sorridente.
- Che ne dice di questi?
- Vanno benissimo.
- Ci aggiungiamo venti centesimi con questi altri. Meno eleganti, ma direi che vanno bene.
- Infatti.
Aveva scelto dei francobolli più grandi, in bianco e nero, con Amore e Psiche di Canova. “Vecchio modello”, bisognava bagnarli.
- Ah, ci vuole la spugnetta.
- Non si preoccupi, ci penso io. Va bene qui? Guardi, mi pare che stia bene.
Aveva scelto il punto giusto sulla busta quadrata. Quest’uomo è perfetto. Ho cominciato a sorridere, finalmente, perché la paralisi dell’emozione era passata.
Meno di dieci euro in tutto. Un gran sorriso, una lacrima trattenuta.
Tornando in bicicletta mi sono sorpresa a pensare che ero molto, molto felice.
(tratto da Loredanadevitis.com)