Un’unica serie per Napoli
Alla fine del 1860 il Mezzogiorno d’Italia – cioè le «Province napoletane», come erano dette nella forma burocratica di allora – era stato conquistato da Garibaldi e annesso al regno di Vittorio Emanuele II. In quei territori la valuta locale – ducati, divisi in grana e tornesi – era ancora molto forte e ci sarebbero voluti un paio d’anni per introdurre la lira italiana. Circolavano ancora i francobolli napoletani, con i simboli del decaduto regime.
All’inizio dell’anno il direttore generale delle poste napoletane Gennaro Bellelli pensò di risolvere la situazione facendo preparare a Napoli diverse tirature di francobolli identici a quelli sardi allora in uso, cioè i valori da 5, 10, 20, 40 e 80 centesimi con l’effigie di Vittorio Emanuele. L’iniziativa non fu accolta bene nella capitale Torino, sia perché la moneta circolante non era ancora la lira (e i suoi centesimi) sia per il timore di frodi, che sarebbero state facili se fossero entrati in uso francobolli inevitabilmente differenti dagli “originali”.
I francobolli già stampati non furono distribuiti e allo stato di nuovo non sono rari, perché furono prodotti in quantità, ma qualcuno sfuggì al ritiro e ne sono noti pochissimi, passati regolarmente per posta. Poiché di due valori – il 20 e l’80 centesimi – è noto un solo esemplare, esiste oggi una sola serie completa usata, questa.