Barbus, l’impermeabile più caro
Fino agli anni Sessanta le cartoline postali erano molto diffuse in Italia. Così, quando una legge del 1949 permise nuovamente di fare inserzioni pubblicitarie sulle carte-valori postali (dopo il divieto del 1925), solo la Chlorodont e la Leocrema colsero l’opportunità, inserendo pubblicità sulle cartoline allora in corso, quelle con l’impronta del francobollo Democratica.
Alla Chlorodont e alla Leocrema se ne aggiunse una terza: la Barbus, un’azienda di Empoli che produceva impermeabili. La tiratura della cartolina Barbus fu di soli 100mila pezzi, capillarmente diffusi in tutta Italia. Il disinteresse collezionistico di allora per le cartoline postali fece sì che non vennero conservate, e oggi una Barbus nuova è il pezzo chiave di una collezione di Repubblica che comprenda anche gli interi. La sua quotazione supera i 15mila euro, e la reperibilità è difficilissima.
All’epoca uno dei titolari della Barbus era Aldo Busoni, filatelista: molti anni dopo confessò che non aveva conservato nemmeno un esemplare e che per inserirlo in collezione dovette acquistarlo a caro prezzo.