6 maggio 1840… e francobollo fu
In principio il francobollo. Poi venne la globalizzazione. È questo il fondamentale apporto del francobollo: l’essere stato – come era nelle intenzioni del suo ideatore – il mezzo semplice, affidabile, immediato, economico, per rendere popolare la comunicazione scritta.
Dal punto di vista sociale l’impatto fu clamoroso: la posta, fino al 6 maggio 1840, era stata appannaggio di una minoranza elitaria, il Penny Black spaiò le carte. Grazie alla velocità impressa dal propulsore-francobollo, lo scafo-lettera iniziò a viaggiare più rapidamente e più diffusamente, e ancora oggi per molti rimane il supporto indispensabile per la trasmissione a distanza del pensiero scritto.
Il 6 maggio 1840 segnò una rivoluzione nella storia della comunicazione e della civiltà. Quel ritaglio di pochi centimetri quadrati di carta, rimasto pressoché inalterato nella forma e nella sostanza da 170 anni, fu, almeno concettualmente, l’humus dell’odierna globalizzazione, grazie alla quale il mondo oggi è un po’ più a portata di mano.
I filatelisti sono coloro che – più e meglio di tutti – ne hanno saputo, con preveggenza e sapienza, cogliere la portata rivoluzionaria e attribuirgli la giusta enfasi. E infatti, già poco dopo la nascita, iniziarono a osservarlo e conservarlo. Nasceva il collezionismo dei francobolli. Nasceva la filatelia.
Il concorso e il bozzetto di Rowland Hill
Victoria Regina, quasi un Penny Black
Il primo album filatelico del mondo
Il primo Penny Black in Italia