Cesare Merzagora senatore-scultore
di Claudio Baccarin
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Eh sì, perché il francobollo da 70 lire (prodotto in 6 milioni di esemplari) che il 25 ottobre 1962 celebrò la prima premiazione della Fondazione internazionale Balzan reca, sia pure accuratamente criptata, la “firma” dell’allora presidente del Senato Cesare Merzagora.
Medaglista autodidatta. Scultore e medaglista autodidatta, Merzagora è infatti l’autore della medaglia che, sul francobollo, campeggia tra le bandiere dell’Italia e della Svizzera e ritrae i profili di Eugenio Balzan (raffigurato pure su un valore da 0,41 euro del 2003) e della figlia Angela Lina. Quest’ultima, nel testamento, esaudì la volontà del padre (prima giornalista e poi direttore amministrativo del Corriere della Sera) di dar vita a un’istituzione «che si proiettasse nel tempo con finalità altamente umanitarie e sociali».
Il premio a papa Roncalli. Proprio cinquant’anni fa, il 10 maggio 1963, il premio Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli toccò a Giovanni XXIII, che lo ricevette nella basilica di San Pietro, dalle mani di Giovanni Gronchi, già capo dello Stato fino all’11 maggio 1962 e allora presidente della Fondazione Balzan. Impeccabile la motivazione: «Per aver contribuito al mantenimento di relazioni pacifiche tra gli stati, incoraggiando i popoli alla comprensione reciproca e stabilendo contatti anche oltre la comunità cristiana».
La cerimonia al Quirinale. L’indomani il “papa buono” accolse l’invito a entrare al Quirinale (che era stato fino al 1870 la residenza dei pontefici e che poi divenne il palazzo reale dei Savoia) per partecipare alla cerimonia di consegna dei Premi Balzan. Sul Colle papa Roncalli fu accolto dal presidente della Repubblica Italiana Antonio Segni, il quale consegnò gli altri quattro premi a Karl von Frisch (per la biologia), a Paul Hindemith (musica), ad Andrej Kolmogorov (matematica) e a Samuel Eliot Morison (storia).
Scultore per hobby. Banchiere, eletto in Parlamento come indipendente nelle liste della Democrazia cristiana, ministro del Commercio con l’estero dal 1947 al 1949, presidente del Senato dal 25 giugno 1953 al 7 novembre 1967, Cesare Merzagora esercitò nella Prima repubblica ruoli di primo piano. Nel 1955 fu addirittura candidato da Amintore Fanfani alla presidenza della Repubblica, ma poi gli fu preferito Giovanni Gronchi (che, ironia della sorte, firma proprio il bollettino dell’emissione dedicata alla Fondazione Balzan). Illuminante la ricostruzione della vicenda che Concita De Gregorio ha fatto il 4 aprile su Repubblica: «A proposito dell’elezione di Giovanni Gronchi come presidente, commenterà anni dopo Giulio Andreotti: ‘Merzagora pensava di essere eletto perché pranzava spesso col comunista Scoccimarro. Aveva confuso la cortesia con i voti’. E lo stesso Merzagora rivelerà: ‘Mi fecero giocare a mosca cieca. Vennero in delegazione alle dieci di sera a garantirmi voti che non avevano. La notte mi affondarono’». Dal 10 agosto al 29 dicembre 1964 il senatore Merzagora svolse pure le funzioni di capo dello Stato come presidente supplente di Antonio Segni, affetto da un grave impedimento fisico.
Al cursus honorum abbinò quasi per gioco un’attività di scultore e di medaglista. Nel 1960 modellò la medaglia dei XVII Giochi olimpici di Roma del 1960, coniata dalla Zecca di Stato. Nel 1961 creò una medaglia dedicata alla principessa Grace di Monaco.
Filatelia in debito. Merzagora, senatore a vita dal 1963, è deceduto il 1° gennaio 1991. Nel pantheon dentellato dei politici non c’è. La filatelia lo ha snobbato il 9 novembre 1998, nel primo centenario della morte. Forse perché non fu mai iscritto a nessun partito.