La posta “decolla” l’aereo precipita
Nel 1909 Brescia aveva organizzato la prima, importante manifestazione aviatoria italiana per far conoscere e apprezzare
al pubblico le meraviglie del volo; il successo era stato grande, a coronamento di uno sforzo organizzativo notevole. La manifestazione di Firenze del 1910 si poneva lo stesso obiettivo e sul grande Campo di Marte, oggi non lontano dal centro cittadino, furono allestite tribune in legno destinate ad accogliere quasi 50mila spettatori. L’elenco degli iscritti vedeva concorrere alcuni piloti italiani allora famosi, il belga Charles Van Den Born, e soprattutto un pilota francese già celebre in patria e fuori, Henri Rougier (1876-1956), che volava su un biplano Voisin e deteneva il record di volo in altezza, di 280 metri. L’italiano Alessandro Cagno, inserito nel programma della manifestazione, non si presentò.
L’ufficio postale
Come già a Brescia, anche a Firenze per l’occasione fu installato un ufficio postale che apponeva un timbro di posta aerea allestito appositamente per annullare la corrispondenza che, nelle intenzioni doveva essere aerea, ma di fatto veniva instradata per ferrovia. Si predispose anche una cartolina ufficiale commemorativa (circa 200 euro la quotazione) – a Brescia non era stata realizzata –, oltre alle solite cartoline fotografiche di fantasia edite da fotografi privati. Le cartoline ufficiali della manifestazione (un paio di tipi, e uno solo citato dal programma ufficiale, insieme alla prevista presenza dell’ufficio postale) sono rare; e molto rare quelle annullate con il timbro guller speciale Campo d’aviazione – Firenze e datario (oltre duemila euro la quotazione). Solo le cartoline impostate nell’interno del campo di aviazione ricevettero un timbro speciale.
Le fotografie
Le immagini dell’epoca rendono l’idea dell’importanza dei piloti, star ante litteram: su una è ritratto il trentaquattrenne pilota d’auto e d’aerei Rougier in arrivo al campo volo; in automobile, a bordo di un’imponente torpedo (forse una Fiat 60 HP) guidata da un severo autista, portato direttamente sul grande prato della manifestazione. tride perfino un poco l’immagine del re, Paolo Vaccaneo, imprenditore, studia e colleziona i primi voli postali italiani. inevitabile spettatore collocato sullo sfondo degli eventi, avido di novità e tecnologia, con consorte, che scende dall’edificio resso il palco per assistere alle evoluzioni aeree. Tutto il contesto è da grande evento mondano, con dame e signori, ufficiali e aestranze accorsi per ammirare il più spettacoloso risultato del progresso della tecnica moderna, il volo. Sono pochissime le otografie originali rimaste, ancora meno quelle di qualità.
Il programma
Sofisticato il sistema organizzativo messo in piedi er onsentire al pubblico di comprendere lo svolgimento delle gare: i giudici di gara issavano su piloni bandiere colorate e di foggia diversa per segnalare i fatti e le indicazioni di volo: fiamma verde non si vola; fiamma bianca, probabilmente si vola; fiamma rossa, si volerà. E ancora: ogni pilota ha un simbolo preciso: Mario Cobianchi un triangolo verde; Henri Rougier un tondo bianco; Robert Cordonnier un triangolo rosso. I giudici possono comunicare con il pubblico senza l’ausilio di megafoni, segnalando chi vola, e quanto resta in volo (le bandiere sono anche dei numeri, componibili a piacere). Fondamentali per il pubblico i pieghevoli distribuiti prima e durante la manifestazione, e che in qualche rarissimo caso si sono conservati fino a oggi. Firenze non fa eccezione, ed è dal fascicolo della manifestazione – uno solo noto, intitolato Spettacoli di aviazione – 28 marzo e 7 aprile – Campo di Marte – Programma Firenze – che si trae gran parte delle notizie: otto facciate di grande formato, zeppe di pubblicità di profumi e ristoranti alla moda. Moderni in tutto, non c’è che dire.
L’incidente
Le giornate di volo (26 e 29 marzo, 3, 4 e 5 aprile) furono disturbate dalle condizioni meteorologiche: vento e pioggia ridussero i voli ad alcuni giorni soltanto. Subito i due italiani Mario Faccioli e Mario Cobianchi furono fuori gioco, riportando danni minimi. Non così Rougier: stava volando da oltre otto minuti, quando salì di quota, per poi ridiscendere verso il suolo, rasentando il terreno; un colpo di vento lo fece sbandare e l’estremità dell’ala toccò terra. L’aereo si schiantò al suolo, su un fianco. La folla, urlando, accorse in massa, temendo per il pilota; Rougier uscì appoggiandosi alla struttura in ferro del suo aereo, attorniato dalle persone ammassate, insieme ai soldati e agli ufficiali giunti sul posto. È salvo, ma il velivolo danneggiato è fuori uso. Non volerà più, a Firenze, per ora.