Gli auguri alati viaggiano con lo sconto
di Fusco Feri |
Natale, anni Trenta. La posta era subissata da biglietti, lettere e cartoline d’auguri. In una società molto più tradizionale e legata ai valori famigliari di oggi, scambiarsi gli auguri per le feste fra parenti e amici, ma anche nei rapporti professionali, era un rito pressoché obbligatorio. Si usava la posta, perché nelle case il telefono era ancora relativamente poco diffuso, e poi perché così il pensiero era più duraturo. La posta concedeva agevolazioni sul costo: le cartoline «con cinque parole di convenevoli» oltre alla data e alla firma godevano della tariffa agevolata di 20 centesimi anziché i 30, che dovevano pagare quelle con testo. Si trattava di una tariffa agevolata in vigore dal 1905, non riservata al Natale ma a ogni occasione (tipicamente, i saluti dalle località di villeggiatura): Un pensiero da Cortina o Cari auguri di Buon Natale, per esempio. Nei primi anni Trenta iniziò la diffusione sempre più capillare in Italia della posta aerea: con una sovrattassa di 50 centesimi la corrispondenza veniva recapitata ancora più celermente dei normali tempi, già rapidi. E la rete aerea nazionale ormai copriva moltissime città.