Federica Guidi, il nuovo ministro dei francobolli
di Domitilla d’Angelo |
E Matteo Renzi spaia le carte.
Il 13 febbraio, su suo impulso, la direzione nazionale del Pd chiede a Enrico Letta le dimissioni da presidente del Consiglio. Il 14 Letta si dimette. Il 17 il presidente Giorgio Napolitano investe Renzi del mandato per formare il nuovo governo. Il 21 Renzi presenta l’esecutivo: sedici ministri, di cui otto donne. Flavio Zanonato non è più alla guida del ministero dello Sviluppo economico, ed era prevedibile, visto che anche durante il suo mandato, a lui che non aveva nascosto la vicinanza alla corrente bersaniana, erano state chieste le dimissioni da parte dell’ultrà renziana Debora Serracchiani. L’apporto di Zanonato alla filatelia, va detto, è stato poco incisivo: se si esclude la firma al decreto che ha nominato la formazione della nuova Consulta filatelica, Zanonato non si è visto a nessuna manifestazione e non ha firmato neppure un bollettino illustrativo; neanche quello dell’emissione per papa Francesco, varata già sotto il suo mandato ma ancora firmata Corrado Passera. Al posto di Zanonato, al vertice del Mise, c’è ora Federica Guidi, che diventa anche la prima donna al timone della filatelia istituzionale italiana. «Sfida bellissima. Proverò a portare in Consiglio dei ministri, in questo mio nuovo ruolo, la conoscenza che ho maturato nel mio mestiere». È questo il suo commento a caldo alla notizia della designazione. Classe 1969, modenese, laureata in giurisprudenza, già presidente nazionale dei giovani di Confindustria (di cui il padre Guidalberto è un nome importante), appassionatissima di cani e cucina, è mamma di una bimba di due anni. Dopo aver lavorato come analista finanziario, dal 1996 è impegnata nell’azienda di famiglia, la Ducati Energia, da cui, al momento della nomina, ha rassegnato le dimissioni. La società, che si occupa di produzione di condensatori per l’elettronica, conta ottocento dipendenti e ha un fatturato di 130 milioni di euro, realizzato principalmente all’estero, se si escludono le commesse con Enel, Poste (per la quale produce il quadriciclo elettrico leggero Free Duck), e altri committenti istituzionali.
Ed è per questi “affari di famiglia” che alcuni hanno già sollevato la questione del conflitto di interesse. Nella corsa al dicastero dello Sviluppo, Guidi – che alle ultime elezioni era stata corteggiata da Berlusconi – ha battuto il candidato della prima ora, Luca Cordero di Montezemolo (di cui è buona conoscente), e l’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti. In veste di titolare dello Sviluppo avrà il delicato compito di rilanciare l’economia italiana: ad attenderla, sul tavolo di lavoro, anche le 160 vertenze già aperte su altrettante crisi aziendali. La filatelia, viene da pensare, non sarà fra le sue priorità immediate: se ne occuperà, prevedibilmente, in modo più diretto uno dei sottosegretari che saranno nominati nei prossimi giorni. Cambiamenti anche all’interno di Poste dove, in vista del piano per la privatizzazione, è in corso un riassetto dell’azienda, che coincide anche con il rinnovo del consiglio di amministrazione in scadenza questa primavera. Quanto saranno importanti i francobolli per la struttura che ne verrà fuori?