Francobolli contro i tumori del seno
Contro le malattie, contro le patologie più subdole come i tumori del seno. Parlarne, lanciare un messaggio, anche forte, per spingere alla conoscenza, all’approfondimento e soprattutto alla prevenzione. Anche questo è il ruolo di un francobollo. Ma a volte può accadere di inciampare nel classico ostacolo lungo un percorso fatto di buone intenzioni. Ne sa qualcosa l’Italia.
di Giovanni Bosi |
L’antefatto sono i dentelli che a partire dal 2000 il Bel Paese (per il quale si potrebbe coniare il claim “Il Buon Paese”) ha dedicato proprio ai tumori al seno: il quinto simposio multidisciplinare dedicato al tema svoltosi quell’anno ha dato la stura a una serie di emissioni che hanno avuto anche dei sovrapprezzi in favore della lotta a questa malattia devastante, anche dal punto di vista psicologico, per le donne: nel 2002 l’occasione è il 50° anniversario della morte della Regina Elena di Savoia, nel 2006 il 28° Congresso internazionale di medicina del lavoro, nel 2010 l’omaggio alla professione infermieristica. Ma è il primo della serie a far parlare molto di sé piuttosto che il nobile intento che sta alla base. E così il “francobollo contro” finisce con l’animare un trasversale “contro il francobollo”.
La polemica si scalda nell’estate 2000: è estate e il topless sulle nostre spiagge ormai è cosa acquisita. Ma per Poste italiane, per carità, basta “tette al vento”. Il velatissimo segnale si coglie guardando la cartolina postale messa in circolazione in quelle settimane per promuovere la filatelia in Italia. Pietra dello scandalo – se cosi si può dire – i due arditi francobolli emessi il 12 febbraio proprio per il Simposio multidisciplinare sulle malattie del seno svoltosi a Roma, che hanno destato più di una remora nei paesi integralisti (l’Iran uno per tutti) e qualche commento sagace nell’Italia dei benpensanti, tanto che alla fine qualche imbarazzo lo hanno dimostrato persino le poste di casa nostra. Non sarebbe infatti dovuto alla casualità se in quella cartolina pro-filatelia la riproduzione di uno dei due francobolli col seno al vento è stata parzialmente oscurata dalla dentellatura di un altro francobollo (quello Prioritario da 1200 lire per la precisione) ritrovatasi a svolgere il compito di pudico velo. Una sorta di discreta censura per evitare ulteriori imbarazzi, tenuto conto che la cartolina postale avrebbe dovuto essere indirizzata anche e soprattutto agli adolescenti candidati collezionisti. Quasi sicuramente non una semplice casualità a giudicare dalle tante e differenti reazioni ai due pur belli e per niente maliziosi francobolli disegnati da Antonella Lucarella Masetti (quello da 800 lire) e da Cristina Bruscaglia (quello da 1000 lire) che si sono registrate all’indomani dell’emissione all’estero e in Italia.
L’integralismo in fondo non esiste solo in quei paesi dove è la religione a dettare le regole. Se ad esempio in Iran in quei mesi si accorgevano che questi francobolli erano stati utilizzati per affrancare missive, le relative buste arrivavano a destinazione soltanto dopo che i funzionari postali avevano completamente annerito con un pennarello quei francobolli, fino a rendere invisibili le caste donne italiane con il seno in mostra.
E in Italia? Beh, quei francobolli non si sono visti neppure pubblicati sul settimanale Famiglia Cristiana, eppure sempre attento e molto puntuale nell’informare i lettori sulle novità filateliche dell’area italiana. Un’altra coincidenza?
Insomma un vero e proprio caso che ha assunto toni imbarazzanti (seppure latenti), ma che evidentemente imbarazzante non può essere considerato. Cosa raffigurano allora di così scabroso i due dentelli? Su quello da 800 lire c’è il ritratto di una donna e, sullo sfondo, un albero su una collina e la luna; su quello da 1000 lire un nudo di giovane donna con una rosa in mano. Tutto qui, anche se l’impatto visivo è notevole per chi non si accorge che i tempi sono cambiati.
In ogni caso sono stati in molti tra i collezionisti ad accogliere con piacere (non nel senso della morbosità) questa emissione, per la qualità grafica dei bozzetti che una volta tanto hanno consentito a due francobolli italiani di far parlare di sé per freschezza e originalità.
Ma è ben noto che le donne succinte sui francobolli non hanno molta fortuna. Basti ricordare quel che accaduto nel 1999 a Trinidad, dove per la terza volta nell’ultimo ventennio una bella ragazza del luogo è tornata ad adornare i dentelli del suo paese natìo, scatenando le femministe. Sul banco degli imputati il valore da un dollaro e venticinque centesimi bollato come “semi pornografico” tanto da guadagnarsi titoli cubitali sul Trinidad Guardian. Il soggetto: Wendy Fitzwilliam, ovvero Miss Universo 1998. Dat veniam corvis, vexat censura columbas diceva Giovenale nelle Satire, ovvero la censura (intesa come critica) risparmia i corvi e tormenta le colombe.