Violenza sui bambini
DI GIOVANNI BOSI |
Violati, abusati, abbandonati, maltrattati, sfruttati. Quante tremende parole abbiamo dovuto utilizzare, ascoltare o leggere in questi ultimi tempi per descrivere situazioni che attengono ai bambini? Quest’anno compie novanta anni la Dichiarazione di Ginevra dei diritti del fanciullo redatta dalla Società delle Nazioni Unite dopo le devastanti conseguenze prodotte dalla Prima guerra mondiale proprio sui bambini. Era il 1924 – tantissimo tempo fa, in un quadro sociale e culturale ben diverso dall’attuale – eppure, stando a quanto la quotidianità continua a raccontarci, la situazione, se possibile, si è ancora più degenerata. E in questo contesto, bene ha fatto la Repubblica di San Marino a mandare in campo nel marzo scorso i suoi quattro francobolli contro la violenza di genere. Violenza alla quale non sfuggono proprio i bambini, “oggetto” in tutti i sensi di quella follia degli adulti che scade in violenza fisica, psicologica, economica e sessuale. Una sorta di monito, di richiamo reso efficace dalla scelta delle immagini di impatto immediato firmate da Mariangela Crisciotti. Dai francobolli, insomma, un’altra lezione di educazione civica, a dimostrazione di come – da sempre – questi “rettangolini di carta” assolvono a ben più di un compito, specchio del loro tempo come sono. Perché a ben guardare il tema dell’infanzia appare sovente come soggetto di dentelli assolutamente trasversali, da est ad ovest. Già nel 1979 il Vaticano ha voluto celebrare l’Anno internazionale del fanciullo con quattro valori, a venti anni di distanza dall’approvazione della dichiarazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e in anticipo di un decennio sulla sua revisione, passaggio fondamentale per il varo della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Che pur tuttavia impegna gli stati membri soltanto da un punto di vista morale. Emblematici i francobolli arrivati lo scorso anno dall’Olanda e firmati da Anton Corbijn, che dopo aver visitato un programma educativo in Etiopia ha fissato con i suoi scatti il contrasto tra i bambini che devono lavorare e quelli che frequentano la scuola. I proventi della vendita di questi valori postali che appartengono alla serie Welfare, saranno utilizzati anche per sostenere l’infanzia più vulnerabile sia nei Paesi Bassi che all’estero. Una bella iniziativa. Un po’ come fa la Germania con la serie “Hansel and Gretel” gravata da sovrapprezzo in favore del sociale, oppure il Canada che sceglie due dentelli per affrontare il tema del razzismo parlando di Africville, una delle più antiche comunità nere della Nova Scotia. E se il Principato di Monaco ha celebrato il 50° della Fondazione Principessa Grace, la cui missione è quella di aiutare i bambini ricoverati, è pur vero che quando si parla di loro, ci sono anche gli aspetti più belli legati all’innocenza, come i giochi. A ricordarcelo arriva la recentessima serie di Taiwan : dai cavalli di legno agli aquiloni. Insomma attraverso i francobolli si assiste a una mobilitazione continua (e si spera efficace) per ricordare che proprio i bambini sono il futuro del mondo che costruiamo ogni giorno.