Niente, forse troppo, da dire

Niente, forse troppo, da dire

di Domitilla D’Angelo

Non si può dire nulla sull’esito della riunione della Consulta filatelica che si è svolta a Roma il 22 luglio. In attesa della formalizzazione delle decisioni da parte del ministero dello Sviluppo economico, non si può dire quali saranno i francobolli targati 2015, da quali progetti siano scaturiti, con quali intenti. Perché, di fatto, un dibattito per mettere a punto efficaci strategie filateliche non c’è stato: ma, forse, neppure questo si può dire.

Come capita ormai da qualche anno a questa parte, è stata proposta (o forse imposta?) dal ministero una lista preconfezionata di emissioni. Si è levata qualche voce di dissenso, è stata abbozzata qualche controproposta, i saluti, arrivederci e grazie: in tutto un’ora e mezza.

Per cosa? Per vedere – c’è da scommetterci – i soliti francobolli su argomenti frusti, campanilistici e polverosi. Quindi, per l’anno prossimo, non aspettatevi un francobollo per San Valentino, che magari offrirebbe la possibilità di fare una campagna per invitare a scrivere con carta e penna un messaggio d’amore all’innamorata. Non aspettatevi un francobollo per gli studenti delle scuole elementari, a cui magari possa essere distribuito gratis, e non una tantum, ma annualmente. Non aspettatevi neppure un francobollo che possa far parlare i giornali, la tv, il web. Perché, anche se queste proposte sono state suggerite, probabilmente non troverete nulla di tutto ciò. Ma forse anche questo non si può dire.

Così come non si può dire che i tempi sono stretti per permettere al Poligrafico una ottimale pianificazione della stampa e della produzione, che eviti i tanti disguidi che si sono verificati quest’anno, con emissioni annunciate e poi posticipate in zona Cesarini.

Ma che la Francia e la Germania abbiano reso noto il programma delle proprie emissioni 2015 già a metà 2013, questo si può dire? E che la Gran Bretagna sceglie soggetti che piacciono perfino oltremanica, e che li realizza con una grafica bella e moderna, si può dire?

In Italia i collezionisti di francobolli, soprattutto di novità italiane, sono decine di migliaia e producono un giro di affari di alcuni milioni di euro. Si può dire che questa (non) politica filatelica li deluderà profondamente?

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