Chiave
di Roberto Anfossi
Nel 1998 a Nimes, in Francia, a un raduno di magnani, i fabbricanti di serramenti, fu posto il quesito: “è nata prima la chiave o la serratura?”. La risposta più sensata fu quella di un magnano di Bordeaux che propose la concomitanza delle due invenzioni. Chiavi e serrature furono escogitate in Egitto dai fabbri del faraone Antef IV, 1.600 anni prima di Cristo: una serratura di legno del XIV secolo a.C. è conservata al museo egizio di Torino, nella tomba dell’architetto Kha. Anche nella Bibbia compaiono riferimenti a serrature in uso nel mondo ebraico. I meccanismi della chiave e della serratura si perfezionarono nel Medioevo e nel Rinascimento, quando diventarono opere di alto artigianato, tuttavia senza garantire una completa sicurezza. Per avere chiusure più affidabili, circa mille anni fa in alcuni paesi arabi si diffusero lucchetti basati su combinazioni. La chiave più diffusa ai giorni nostri, quella piccola e piatta, fu però sviluppata nella seconda metà dell’Ottocento dal newyorkese Linus Yale, che creò un diverso tipo di serratura con un cilindro in cui ci sono tanti piccoli cilindri, che si abbassano man mano che viene inserita la chiave, frastagliata su un lato.
Sui francobolli, il motivo della chiave è ricorrente soprattutto sui francobolli vaticani, in particolare nei periodi di sede vacante, fra la scomparsa di un pontefice e l’elezione del successore. Nel 1968 la serie Europa previde un disegno comunitario comune a tutti i paesi aderenti: una chiave a suggerire l’apertura a una comunità europea più estesa.