Banco di prova
di Domitilla D’Angelo
Gli inizi lasciano ben sperare: il responsabile Filatelia di Poste italiane Pietro La Bruna, al timone del settore da gennaio, ha inaugurato il suo incarico dedicando tempo e attenzione agli incontri con i principali attori del settore, ascoltandone le richieste, qualche volta le recriminazioni. Ma ha fatto anche di più: presenziando alle cerimonie di presentazione dei nuovi francobolli, ha “obbligato” i richiedenti l’emissione a organizzare eventi che valorizzassero l’omaggio dentellato. Ha poi abbozzato la possibilità di sostituire un appuntamento tradizionale come Romafil con una formula diversa e nuova, che preveda manifestazioni itineranti sul territorio. Ha anche accennato ad app che rendano il francobollo più social.
Nell’augurargli buon lavoro, soprattutto alla vigilia di Milanofil, la manifestazione che Poste ha organizzato proprio questo mese dal 10 al 12 aprile, condividiamo la speranza che la sua energia e la sua voglia di rinnovamento riescano a semplificare le procedure, a dipanare i problemi, a ridare vitalità al settore delle novità, senza ricadere nel già visto e già vissuto. Su alcune criticità, per altro, basterebbe davvero poco. Per esempio, sarebbe urgente impostare la comunicazione in modo più fruibile per gli operatori. Che, concretamente (e anche banalmente), significa evitare che a fine marzo non si sappia ancora nulla delle emissioni di aprile, così come a marzo non si sapeva nulla di quelle di febbraio. Pur comprendendo il complesso iter burocratico che sta alle spalle di un’emissione, la “rivelazione” delle informazioni alla vigilia della data ufficiale non crea suspense, ma disagi ai divulgatori filatelici e, in ultima battuta, ai clienti-collezionisti, che sono i destinatari finali del prodotto-francobollo. Un esempio virtuoso viene dall’Inghilterra dove proprio in questi giorni hanno definito il programma delle emissioni 2016, scegliendo soggetti condivisi, temi forti. E dove ben difficilmente si sognerebbero di tributare un francobollo… all’Istituto pia società figlie di San Paolo, inserito in programma come suppletiva. Una comunicazione corretta richiederebbe anche di spiegare perché le tirature dei francobolli italiani, a fine 2014 nel periodo di transizione delle tariffe postali ridotte a 800mila pezzi, riportate a 1,6 milioni a inizio 2015, siano ripiombate a 800mila. Siamo di nuovo di fronte a un imminente cambio tariffario, che renderebbe superati i francobolli con il vecchio facciale? Ma una comunicazione efficace dovrebbe prevedere molto di più, qualcosa di incisivo, che presenti il francobollo in modo smart, chic, social, cool… mentre al momento lascia per la verità alquanto perplessi la scelta di invitare a un’edizine di Milanofil, che si vuole presentare nuova, diversa e accattivante, con un messaggio in cui il francobollo non compare neppure.