Segnali da Boston e da Londra che mi fanno ben sperare
di Filippo Bolaffi
Nella sede Bolaffi di Torino ci capita di ricevere persone estranee al mondo del collezionismo. Per noi queste visite rappresentano anche un’occasione per testare come gli oggetti da collezione che sono il nostro “pane quotidiano” vengano percepiti da chi non è stato “contagiato” dalla nostra passione. Recentemente mi ha colpito favorevolmente constatare come un gruppo di una ventina di studenti di un MBA presso un prestigioso college di Boston – che nei loro studi si nutrono quotidianamente di cultura imprenditoriale – siano stati molto impressionati… dai francobolli. Pensavo – sbagliandomi – di trovare degli spettatori più distratti, invece le domande che mi hanno posto sono state molte, intelligenti e curiose. Inoltre, chiacchierando, è emerso che molti di loro, pur giovani e perfettamente integrati con il mondo della tecnologia, hanno ancora contatti diretti o indiretti con il mondo dei francobolli, o perché i francobolli li conoscono (soprattutto quelli statunitensi) o perché «mio padre è collezionista», «il mio boss ha il Jenny capovolto»… E così mi sono trovato a chiedermi come si possa accendere anche negli under 40, che non sembrano del tutto insensibili a questo tipo di collezionismo, la miccia che li possa trasformare in appassionati collezionisti. Una risposta univoca – lo confesso – non ce l’ho: credo si debba mettere in atto una serie di iniziative “a catena”. Ma i segnali positivi non mancano. E una conferma che mi conforta e fa ben sperare è stato constatare, per esempio, che una manifestazione come quella organizzata a maggio a Londra (pp. 32-34) ha richiamato grande pubblico da tutto il mondo e che fra i tanti “diversamente giovani” c’era anche qualche giovane per davvero. Quanto all’andamento del mercato, i pezzi veramente buoni – soprattutto di livello internazionale – ci sono, e a Londra erano esposti nelle teche, mentre pochissimi finiscono sul mercato, anche se la richiesta ci sarebbe, segno che, nonostante tutto, la filatelia, a 175 anni dalla sua nascita, è viva.