San Valentino tradisce i filatelisti
di Filippo Bolaffi
Il 14 febbraio è sdoganato in tutto il mondo come la giornata degli innamorati, festa dai marcati risvolti commerciali, ma profondamente sentita nell’immaginario collettivo. Chi è innamorato deve pur festeggiare in qualche modo; chi innamorato non è, comunque ci pensa, o ricordando l’amore perduto o fantasticando su quello futuro. Tutti sanno cosa è San Valentino, ma pochi si soffermano a riflettere sul fatto che la ricorrenza trae origine da un santo in carne e ossa, Valentino da Terni, vescovo romano, martire, patrono degli innamorati e protettore degli epilettici.
Grazie al ministero dello Sviluppo economico, quest’anno anche l’Italia ha finalmente avuto l’occasione di celebrare l’importante ricorrenza con un francobollo, emesso il 14 febbraio. Ma perché mai sceglierne uno che rappresenti banalmente i simboli dell’amore, immagini romantiche o scritte evocative, invogliando così chiunque a usarlo per affrancare la lettera destinata alla persona amata? Molto meglio – devono aver pensato al ministero – rievocare di nuovo l’immagine del santo di Terni, già felicemente balzato agli onori della cronaca dentellata italiana nel 1988 come protettore degli epilettici. Che gli innamorati continuino pure a mandarsi sms, email e whatsapp!
Nel frattempo, il 14 febbraio, alcune testate nazionali hanno pubblicato la lettera della presidente di Poste italiane Luisa Todini, uno spontaneo e romantico invito a scrivere lettere d’amore, almeno nel giorno di san Valentino utilizzando i tradizionali carta, penna e francobollo. Non capita spesso che il vertice di Poste intervenga in prima linea e con sentita partecipazione a favore dalla filatelia, dimostrando sensibilità e intuito commerciale. Luisa Todini ha scorto nella festa degli innamorati una buona opportunità per scendere in campo. Peccato che intanto al Mise avessero deciso di condensare sulla vignetta del francobollo il significato intimo di San Valentino, prendendolo dalla vetrata di una basilica invece che dal cuore della gente…
Un’altra occasione sprecata! Un po’ come se il Barcellona decidesse di far scendere in campo Messi, facendogli giocare la partita con i lacci delle scarpe legati tra loro. La differenza è che al Barça chi fa la campagna acquisti è in sintonia con chi manda in campo la squadra. Nel mondo filatelico no. C’è un ministero che emette i valori postali e c’è Poste che li distribuisce e commercializza. Poste vorrebbe far tornare i conti e rilanciare la filatelia; il Mise emette francobolli con obiettivi scollegati da quelli di Poste. Lo scorso 14 febbraio si sarebbe potuto vendere molti più francobolli, far scrivere molte più lettere affrancate e avvicinare nuove persone alla filatelia. Il 14 febbraio rimarrà sempre il giorno degli innamorati, ma la filatelia, quest’anno, è stata tradita.