Folder della discordia: il fatto
I due folder di Poste Francobolli valori nel tempo usciti in tiratura limitata a marzo e maggio contengono all’interno foglietti soprastampati da Poste stesse. Sulla loro natura e sulle ricadute che possono avere sul collezionismo filatelico si discute, anche molto animatamente.
Di Domitilla D’Angelo
A marzo, in occasione del convegno Milanofil, Poste italiane ha messo in vendita nei propri stand il folder Francobolli: valori nel tempo. Il prodotto contiene tre foglietti: quelli celebrativi del 150esimo anniversario dell’unificazione del sistema monetario nazionale (uscito il 23 marzo 2012) e dei cento anni dall’inaugurazione dell’Aula di Palazzo Montecitorio (emesso il 28 novembre 2018) ma, soprattutto, quello di venti francobolli Alti valori da 10 mila lire, emesso il 27 giugno 1983. I tre elementi erano stati soprastampati sul bordo Milanofil 22.03.2019 e numerati da zero a 800. Il prezzo di vendita del folder era di 120 euro contro un valore nominale delle cartevalori di 107.
Dalla fattura risulterebbe che i francobolli fossero venduti esenti da iva, mentre il supporto cartotecnico era soggetto a tassazione del 22 per cento.
L’iniziativa è stata ripetuta a Verona con il folder Francobolli: valori nel tempo II. All’interno altri tre foglietti: Italia ’98 (del 21 marzo 1998), Il francobollo nostro amico (del 23 ottobre 1999 ), insieme a quello di venti esemplari dell’Alto valore da 20 mila lire del 5 gennaio 1987. Anche in questo caso i contenuti filatelici inseriti nel folder erano stati soprastampati sul bordo Veronafil 24.05.2019 e numerati da zero a 1.200. Prezzo di vendita 220 euro, a fronte di un valore nominale effettivo dei francobolli di 209,60. In entrambe le occasioni i folder offerti sono andati esauriti in brevissimo tempo; da segnalare che Poste ha riservato agli abbonati al proprio servizio “Novità” oltre trecento esemplari per tipo. Attualmente i folder sono offerti sul web a partire del doppio del prezzo di vendita iniziale di Poste fino a oltre 1.300 euro.