De Mita per De Sanctis

De Mita per De Sanctis

di Claudio Baccarin

1764-de-sanctis-webSono due i personaggi illustri di Morra De Sanctis (già Morra Irpina), comune di 1.400 anime, in provincia di Avellino, che in linea d’aria dista 13,8 chilometri dal centro di Nusco, il “Balcone dell’Irpinia”. Il primo, in ordine cronologico, è Francesco De Sanctis, padre della critica letteraria moderna. Il secondo è Giuseppe Gargani, capo della segreteria politica della Dc negli anni in cui Ciriaco De Mita era segretario nazionale dello Scudocrociato. Logico, insomma, che proprio il tandem De Mita-Gargani (entrambi oggi sono europarlamentari iscritti al gruppo del partito popolare europeo) abbia caldeggiato l’emissione del francobollo commemorativo da 300 lire che il 28 ottobre 1983 ha celebrato il centenario della morte di De Sanctis, celebre per la sua Storia della letteratura italiana.

Già nel 1967 (allora deputato alla prima legislatura, eletto nel 1963 con 67.450 voti) De Mita aveva fatto parte del comitato promotore delle celebrazioni in onore del 150° anniversario della nascita di De Sanctis, svoltesi nell’autunno tra Morra e Zurigo. Sicché non poteva che toccare all’allora segretario politico della Democrazia cristiana (sospinto in Parlamento dalle 203.252 preferenze raccolte nella circoscrizione Benevento-Avellino-Salerno) il privilegio di firmare, sedici anni più tardi, il bollettino illustrativo dell’emissione.

«Gli stessi storici che di lui si sono occupati nei loro scritti, a partire dal Croce – scriveva l’onorevole De Mita – non ci hanno ancora fornito un ritratto plenario della sua personalità. Del resto è fin troppo evidente che De Sanctis è stato affidato alla memoria storica più sul versante delle lettere, che non piuttosto su quello della sua intensa partecipazione politica che gli costò prigione ed esilio, e che gli valse pure per tre volte l’elezione a deputato e per una volta la carica di ministro della Pubblica istruzione».

Trent’anni dopo l’onorevole De Mita, 85 anni, è sempre sulla breccia. Il 4 maggio ha presentato, nella sua Nusco, il volume La storia d’Italia non è finita: sulla copertina le immagini del pantheon democristiano: Aldo Moro, don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. Decisivo, nell’ultima campagna elettorale, il sostegno che l’anziano leader ha dato al nipote Giuseppe De Mita, numero due della lista Udc della Camera, alle spalle dell’ex ministro delle Politiche agricole Mario Catania. Il quale poi ha optato per il seggio di Veneto 1, dando il via libera all’ingresso a Montecitorio dell’illustre congiunto dell’ex-presidente del Consiglio. Inutile dire che gli epigoni di quella che fu la “sagrestia d’Italia” ci sono rimasti male. Ma questa è un’altra storia. demita2-web

Commenti