Gettare un ponte
DI GIANCARLO MOROLLI |
Quanti filatelisti sanno che sul 25 centesimi dell’emissione per i giochi olimpici di Parigi, dietro alla figura femminile che mostra la statua della vittoria, appare il Pont Neuf?
O che il ponte sospeso nel francobollo ivoriano del 1965 è fatto di liane e nel 1997 è stato tagliato dagli abitanti del vicino villaggio per difendersi dall’attacco di tribù ostili?
Il francobollo francese del 1924 è uno dei numerosi casi in cui i ponti compaiono come elementi accessori nelle vignette; quello ivoriano testimonia invece che i ponti sono spesso i soggetti principali. Come nel caso dell’esemplare italiano targato 2014 per il ponte di Tiberio a Rimini, o di quelli statunitensi, che hanno celebrato non meno di 15 ponti nazionali, dal Verrazzano al Brooklyn. Il successo di questa tematica, che fra i filatelisti tematici conta migliaia di cultori, può forse essere spiegata con l’intreccio di elementi storici, geografici, tecnici e artistici condensati in pochi centimetri quadrati, ma anche con la sovrapposizione di interesse con collezioni affini, come quelle sulle ferrovie e sulle strade.
I numeri
I francobolli dedicati ai ponti sono circa 5mila, ma il numero è in crescita costante – 250 esemplari solo nel 2013 –perché sono molto numerose in tutto il mondo le occasioni sia per rievocare anniversari storici sia per celebrare nuove strutture. I primi ponti dentellati sono apparsi verso la fine dell’Ottocento e sono quelli di M’pozo nel Congo Belga (1894) , Paucartambo in Perù (1897), Larissa, durante l’occupazione militare della Tessaglia nel 1898, e quelli statunitensi sul Mississipi (1898) e sulle cascate del Niagara (1901).
Il primo ponte italiano ritratto su francobollo è quello sul Brenta a Bassano (1948), che ha battuto sul filo di lana quello di Santa Trinita a Firenze (1949), entrambi ricordati per la loro ricostruzione nel dopoguerra. Includendo nella collezione anche gli esemplari con acquedotti, il primato italiano passa allora al 60+30 centesimi Milizie del 1926 con l’acquedotto Claudio in primo piano.
Quanto vale
Il pezzo più raro della collezione è il Black Honduras, 10 centesimi sovrastampato nel 1925 per la posta aerea dello stato centramericano e dedicato al ponte Ulua: ne esiste un solo esemplare (di un secondo si sono perse le tracce) che, venduto due anni fa, realizzò 150mila dollari. Fra i tanti pezzi della collezione acquistabili a prezzi popolari, due soli richiedono investimenti più impegnativi – sui 2mila euro –: la serie francese per il Pont du Gard e il singolo statunitense per l’Eads Bridge sul Mississipi.
Proposte di collezione
Un suggerimento per i collezionisti che desiderino cimentarsi in questa tematica è di organizzare il materiale in modo da presentare i ponti nella loro evoluzione storica, secondo tipologie (pedonali, stradali, ferroviari), materiali edili (di legno, pietra, acciaio, cemento, materiali misti), aspetti costruttivi (ad arco, trave, capriata, sospeso, strallato; girevole, mobile, levatoio, coperto). La collezione può descrivere anche il contesto in cui i ponti sono collocati (metropolitano, alpino, insulare, fra regioni o stati…), considerare i toponimi formati dalla parola ponte (bridge, pont, brücke) e il nome di un fiume (Cambridge, Saarbrücken). Integrando e ampliando lo specifico orizzonte tematico, alcuni filatelisti inseriscono anche esemplari relativi ad altre costruzioni che permettono il superamento di ostacoli, come ferry, funicolari, gallerie, trasbordatori, dighe e acquedotti. C’è poi chi inserisce anche inaspettati riferimenti culturali e sociali (come il francobollo per il gioco del ponte a Pisa) e artistici (o quello con il quadro di Edvard Munch Tre ragazze sul ponte), o ancora ricorda ponti caratteristici di altre discipline: dai ponti per le misure elettriche ai ponti radio, dai ponti delle navi a quelli di sollevamento meccanico, dai ponti tra atomi a quelli dentali, fino a quel ponte aereo che fra il 1948 e il 1949 portò rifornimenti a Berlino ovest.
La collezione di riferimento
L’insieme più noto su questo tema è quello del messicano David Braun, intitolato Puentes, librando obstáculos (‘Ponti, superando ostacoli’). Premiata ai massimi livelli della filatelia tematica internazionale, la collezione è esposta al museo filatelico di Oaxaca, in Messico.