Dicono del collezionismo, Danilo Mainardi
di Domitilla D’angelo
Gli animali sono intelligenti? Come fanno le loro scelte sessuali? Quando scatta l’aggressività? Se in Italia si conosce qualcosa in più dei comportamenti sociali degli animali forse è anche per merito di Danilo Mainardi (Milano 1933), che con i suoi interventi televisivi su Rai1 (Quark, Superquark, Dalla parte degli animali) spiega con semplicità le abitudini del regno animale. Mainardi è professore emerito di Ecologia comportamentale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Per la sua longeva attività di ricerca, concretizzata in oltre 200 pubblicazioni scientifiche, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, ma i risultati delle sue scoperte sono stati raccontati anche in opere di divulgazione (soprattutto Mondadori e Cairo) e attraverso collaborazioni con quotidiani nazionali (Corriere della sera, Sole 24 ore). In Italia è presidente emerito della Lipu (Lega italiana protezione uccelli).
Gli animali sono collezionisti? In un certo senso lo sono perché molte specie raccolgono e accumulano oggetti di varia natura che selezionano con cura e precisione. Hanno nella mente un modello ed è quello che cercano. Certi topolini di campagna, detti Apodemus silvaticus, si affannano a far raccolte di ghiande di differenti dimensioni che vengono accumulate e immagazzinate nell’ambiente. Questa raccolta ha principalmente uno scopo alimentare ma disseminando le ghiande quei roditori contribuiscono alla nascita e diffusione di nuove querce. In altre parole, fabbricano una biodiversità appropriata a loro. Raccontando di ghiande, mi vengono in mente le ghiandaie, quelle gazze bellissime e variopinte che tutti conosciamo. Anche loro fanno raccolte di semi, e anche in questo caso pare che il loro modo di selezionarle e disseminarle contribuisca a far crescere piante produttrici di ghiande calibrate sulle loro esigenze. Non manca il classico collezionista di conchiglie, il paguro. È un esempio di simbiosi, con il crostaceo che fa capolino da una conchiglia su cui è piazzata sopra l’attinia. Possedere la giusta conchiglia è, per ogni paguro, importante: un paguro che indossa una conchiglia che “gli va a pennello” ha maggiori probabilità di sopravvivere e di riprodursi di uno che ne indossa una così così. Un altro caso straordinario è quello dell’uccello giardiniere, che in un certo senso rappresenta il collezionista di un po’ di tutto. Nella fase del corteggiamento il maschio accumula oggetti, preferibilmente colorati e luccicanti, di ogni genere. Li sparge in bella mostra davanti al nido e, classicamente, cerca di attrarre una femmina mostrando la sua bella collezione… Siamo di fronte, insomma, a veri e propri collezionisti naturali per i quali è fondamentale fare una scelta attenta dei pezzi da raccogliere e aggiungere alla propria collezione.
Perché collezionano? Perlopiù per soddisfare necessità di base e esigenze fondamentali per la loro stessa esistenza, ma anche per un senso ludico, con iniziative a volte sorprendenti. Le ricadute del loro “collezionare” sono comunque sempre positive perché contribuiscono a fabbricare una diversità biologica e a mantenere la varietà della vita.
È un istinto innato o una abilità che apprendono? Ci sono entrambi i fenomeni. Ha presente i cagnolini che giocano con la pallina o con un bastone o con pupazzetti vari? Loro apprendono a riconoscere quegli oggetti come i loro giochi e li accumulano arrivando anche a rubarli. Un mio cane, durante le passeggiate serali in un villaggio della Val d’Aosta, raccattava tutti i giocattoli che i bambini del luogo avevano abbandonato in giro, se li portava a casa e lì, ponendoli nella cesta dei giochi, se ne faceva delle piccole collezioni.
È una caratteristica che riguarda più i maschi o le femmine?
Dipende. In certe specie sono i maschi, come gli uccelli giardinieri australiani, che decorano con le loro collezioni di conchiglie e di bacche i loro territori, e poi vi invitano le loro amate a visitarle, come se si trattasse di vera e propria garconnière.
Per l’animale uomo le cose vanno diversamente? Nell’uomo a mio parere il collezionare è un modo di conoscere e di soddisfare curiosità. Credo che in generale all’uomo piaccia la varietà ed è questa che va raccogliendo e collezionando. La passione, che ben conosco, per collezioni di soggetti animali o vegetali può forse avere origini lontane, quando eravamo cacciatori raccoglitori. Raccogliere campioni di piante o di piccoli animali, conservarli per mostrare e ricordare cosa era giusto o sbagliato consumare è stata certamente una necessità fondamentale per la sopravvivenza di quelle antiche popolazioni. Alla necessità si sono poi facilmente affiancati il piacere e il desiderio di possedere, insomma lo spirito del collezionista.
Danilo Mainardi colleziona? La mia esperienza di collezionista è limitata e lontana. Ricordo di essermi divertito a collezionare francobolli di fiori, piante e bellissime conchiglie del genere Conus, che avevo per caso acquistato in un mercatino ad Arezzo. Inoltre da giovane zoologo, ho posseduto bellissime collezioni di colombi domestici e di topolini.
Il francobollo è un ottimo veicolo per propagandare qualcosa di poco noto al grande pubblico. Supponga che l’Italia decida di emettere una serie dedicata ad animali poco noti e da valorizzare e le chiedano consiglio. Quali suggerirebbe?
Prima di tutto c’è un passero solo italiano (Passer domesticus Italiae); poi c’è il nostro lupo, che finalmente è tornato; infine i meravigliosi cetacei del Mar Ligure; e poi l’orso. E infine la lucertola delle Eolie Podarcis raffonei. Da non dimenticare le belle razze domestiche italiane, come l’asino di Martina Franca, quello dell’Amiata, i cavalli bardigiani e maremmani, i colombi domestici italiani, come i reggianini, i cravattai e i sottobanca.
Lei è un eccellente disegnatore. Farebbe il bozzetto di un francobollo dedicato a un animale “collezionista”? Mi piacerebbe proporre uno scoiattolo, uno straordinario collezionista di semi che accumula e nasconde in natura creando occulte e private collezioni di cui solo lui fruisce.