Pokémon Go è collezionismo?

Pokémon Go è collezionismo?

Può la nuova mania planetaria rilanciare anche la filatelia? I francobolli non sono così diversi da Pikachu e soci

apertura reuters

Ve ne siete certamente accorti. È in atto un fenomeno sociale di portata mondiale che coinvolge milioni di persone in tutti continenti. Si chiama PokémonGo-mania. Bambini, teenager, donne e uomini di tutte le età camminano per strada puntando la telecamera dello smartphone per intercettare piccole porzioni di mondo: luoghi di interesse storico o culturale, esercizi commerciali, uffici, abitazioni private o, come nel caso della sede Bolaffi di via Cavour a Torino, una targa celebrativa.

 

 

Sono tutti a caccia dei Pokémon, piccoli mostri coloratissimi (pocket monsters, ‘mostri tascabili’), inventati nel 1996 dalla giapponese Nintendo, che da luglio esistono nella realtà virtuale del telefonino ma che sono proiettati nel mondo reale tanto da sembrare veri. I sociologi concordano nell’attribuire il successo di questo fenomeno planetario alla nostalgia di un intrattenimento strapopolare negli anni Novanta, ma soprattutto al fatto di essere il primo videogioco che sfrutta in modo originale la cosiddetta realtà aumentata. Ma cosa hanno a che fare Pikachu e compagni con il nostro mondo? Più di quanto si possa immaginare a prima vista.

In Pokémon Go i giocatori vogliono a tutti i costi completare la propria collezione di mostri; ci sono mostri comuni, rari e rarissimi; l’entry level è accessibile a tutti; è un intrattenimento interclassista e intergenerazionale; ci sono esperti che guidano e consigliano; c’è la possibilità di fare scambi; c’è il senso della competizione. Queste caratteristiche non vi ricordano qualcosa di familiare?

Io mi chiedo se queste leve, che sono le stesse che muovono la filatelia, non possano servire per riaccendere quella passione che da più di un secolo spinge i collezionisti a andare a caccia della casella mancante. A incontrarsi, scambiarsi i doppi, farsi consigliare dagli esperti, esporre le proprie collezioni e competere per vittoria, per il divertimento e l’autoappagamento.

Vorrei che la nuova mania, che ha coinvolto milioni di persone, contagiasse anche il nostro mondo, visto che alla fine non sono due universi poi così lontani. Bisognerebbe fare come alla Nintendo: ripartire dalla storia, trasformarla in qualcosa di attuale e virale mixando le nuove frontiere del digitale con la fisicità dei francobolli. Una speranza reale di poter positivamente sfruttare le potenzialità del mondo virtuale.

Francobollo_Pokemon_Pikachu

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