Parola di La Bruna
Romano, cinquantacinquenne, appassionato di sci e motori, juventino (e non nasconde affatto la sua simpatia), dal 2003 Pietro La Bruna ha percorso la sua carriera professionale nel settore Mercato privati di Poste italiane fino a diventare, nel gennaio 2015, responsabile di Filatelia. Al momento dell’intervista (inizio febbraio) era reduce dal successo della presentazione del francobollo per La Stampa a Torino e non aveva ancora annunciato il suo cambio di ruolo all’interno di Poste.
Cosa lascia l’esperienza della celebrazione della Stampa?
È stato un evento molto bello e molto ben organizzato, nella straordinaria location di Palazzo Madama prima e del Lingotto poi, con un parterre d’eccezione: c’era Maurizio Molinari con alcuni ex direttori, John Elkann, Carlo De Benedetti, Sergio Marchionne, la nostra presidente Luisa Todini, il sindaco di Torino Chiara Appendino, il presidente della Regione Sergio Chiamparino,
e Michelangelo Pistoletto, l’artista che ha disegnato il francobollo. E, soprattutto, il presidente Sergio Mattarella.
Il momento clou?
Quello dell’annullo, quando la presidente Todini ha chiamato Elkann, Molinari e Pistoletto ad apporre l’annullo tutti insieme. I fotografi si sono scatenati.
Non capita spesso che i francobolli abbiano enfasi sui quotidiani nazionali. Dopo La Stampa, quest’anno ci saranno altre occasioni?
Già nel 2016 i francobolli hanno avuto momenti mediatici molto importanti. Ricordo Lucca Comics, la pasta De Cecco, gli angeli del fango, il Secolo XIX, presentato all’interno della redazione con
l’aggiornamento online sul sito del quotidiano. L’approccio è cambiato: le realtà che hanno beneficiato di un francobollo hanno capito che può essere uno straordinario strumento di comunicazione. Prevedo che avremo molte altre vetrine mediatiche importanti.
Su quali puntare quest’anno?
Fra le tante, Lambretta, Walt Disney, Fiat 500… Il francobollo tornerà protagonista sulle pagine dei giornali e forse anche in televisione.
Televisione?
Per il momento è un progetto, stiamo lavorando a una collaborazione con Sky.
L’emissione per Disney sarà l’occasione per mettere i francobolli anche nelle mani dei millennials?
Penso di sì, come già l’anno scorso il francobollo per Lucca Comics.
Ci si lamenta sempre del fatto che i ragazzi conoscono solo le e-mail e non le lettere cartacee.
Credo che stiamo tornando alla carta: mia figlia, che ha sedici anni, è una divoratrice di libri e non si è mai appassionata al libro elettronico. Per San Valentino abbiamo allestito in una ventina di uffici postali dei grandi cuori su cui si potevano appiccicare messaggi d’amore: tutti questi post-it sono stati raccolti e i più belli sono stati pubblicati sulla pagina facebook di Poste italiane.
Anche così fisico e digitale si parlano.
A proposito di San Valentino, l’emissione dell’anno scorso è stata un’occasione mancata per fare un bel francobollo. Gli americani declinano cuori romantici e di design, i francesi li fanno firmare a stilisti famosi, noi sul francobollo abbiamo piazzato il santo.
No, invece è stato un successo. C’è il santo, ma ci sono anche due innamorati. È vero che gli abbiamo dato una connotazione poco moderna e molto retrò, ma mi auguro che per un prossimo San Valentino potremo avere un’immagine più fresca e vicina a quello che è l’immaginario condiviso per la festa degli innamorati. È stato un primo passo.
A fine gennaio è arrivata la conferma di Antonello Giacomelli, sottosegretario al Mise con delega sul settore della posta anche con il governo Gentiloni. Gli anni scorsi Giacomelli ha avviato alcune iniziative per promuovere la filatelia. Dove porterà questo nuovo mandato?
La conferma di Giacomelli in quel ruolo è fondamentale per la filatelia di oggi. Ha dimostrato di essere competente e vicino a questo mondo, e di volergli dare un impulso forte. Credo che quest’anno ci sarà un passaggio importante. Giacomelli ha idee e le ha condivise con noi a Bologna, durante gli stati generali, un appuntamento che si ripeterà anche quest’anno (a Milanofil e Italiafil ndr). In quell’occasione emergerà in maniera più concreta quel che si farà.
L’appuntamento più vicino, invece, è Milanofil, il 17-18 marzo. E poi?
Per l’edizione del trentennale della manifestazione di Milano abbiamo organizzato una cena di gala, a cui sono invitati tutti gli standisti. Prima però, il 7-8 marzo, al Quirinale abbiamo allestito una
mostra che racconta attraverso i francobolli le donne nelle istituzioni. Stiamo lavorando già anche per l’appuntamento successivo, Italiafil, in autunno: per ora sono rimaste solo due sedi candidate, Terni e Napoli. Saremo poi presenti con una postazione di Poste italiane Filatelia a maggio al Salone del libro di Torino e alla partita del cuore allo Juventus Stadium, dove presenteremo un oggetto che celebrerà l’evento. Entro la fine dell’anno organizzeremo anche un convegno, La filatelia è donna.
Facile ipotizzare chi possa essere la testimonial…
… la presidente Luisa Todini.
Quelle indicate sono tante iniziative, diffuse sul territorio, per attivare l’attenzione verso i francobolli. Ma la formula per far tornare il francobollo un oggetto cult ce l’ha qualcuno?
No, non ce l’ha nessuno. Credo però che il 2017 sia l’anno perfetto, abbiamo allineato le idee di tutti: Mise, collezionisti, commercianti, giornalisti. Se la formula magica non ce l’ha nessuno, posso però dire che noi stiamo andando bene.
I numeri cosa dicono?
Rispetto alle emissioni 2015 e 2016 abbiamo pochissime giacenze. Aver ritarato la tiratura, rivisto i prodotti filatelici e averli numerati ha ridato valore al nostro mondo. La strada giusta è dare certezza e chiarezza al collezionista su ciò che acquista. E questa scelta ci ripaga.
Quanti sono gli abbonati al servizio novità?
Diecimila.
La Bruna è responsabile di Filatelia di Poste italiane da gennaio 2015. Soddisfatto di questi due anni?
Io non sono mai pienamente soddisfatto, perché credo che ogni cosa possa essere fatta meglio. Però nel 2016 abbiamo fatto un po’ meglio del 2015, e questo inizio 2017 ci sta dicendo che stiamo facendo un po’ meglio del 2016.
All’interno di Poste italiane quale è la percezione di questa piccola nicchia che è Filatelia?
Filatelia è un settore di Mercato privati. Dopo i primi tempi in cui ci guardavano con curiosità, ora è un fiore all’occhiello. La considerazione di cui gode è testimoniata anche dalla presenza dell’amministratore delegato Caio alla fiera di Bologna, dal supporto continuo della presidente, ma ancora di più dalla collaborazione di cui gode presso tutte le funzioni aziendali.
Pietro La Bruna è molto social. Chi sono i frequentatori della sua pagina facebook Nuova, bella, semplice, filatelia?
Su tremila persone che frequentano la pagina, molti sono collezionisti, ma circa un migliaio sono curiosi, persone che si sono avvicinate perché abbiamo “buttato dentro” argomenti nuovi. Facebook ci ha dato la possibilità di parlare di francobolli con persone con cui non avremmo avuto modo di entrare in contatto.
Infine, ci sono prodotti nuovi in arrivo?
Continuerà la vicinanza con il mondo dell’enogastronomia: l’anno scorso è uscito il libro-album Francobolli da chef, quest’anno faremo qualcosa sui vini. Stiamo anche pensando a un progetto per avvicinare i giovani, ma siamo ancora in fase di studio. E poi dobbiamo inventare qualcosa di nuovo per la Juventus…