Io speriamo che me la cavo
Tante incognite, nessuna certezza per il futuro della filatelia italiana.
di Giulio Filippo Bolaffi
La filatelia italiana si lascia alle spalle mesi complicati. Negli ultimi tempi le nuove emissioni hanno pesantemente risentito degli attriti fra le forze politiche espressione dell’alleanza di governo, con il ministero dello Sviluppo economico affidato al vicepremier pentastellato Luigi Di Maio e la delega sulla filatelia di Stato in mano al leghista Dario Galli. La diversità di vedute è emersa, per esempio, dalla singolare vicenda del francobollo per “Lampedusa, Porta d’Europa”, prima annunciato, poi cancellato e infine reintegrato (IC 12.08-2.19 p. 12). Intanto, complice anche l’eliminazione del valore facciale, i francobolli assomigliano sempre più a etichette erinnofile. Se ciò non bastasse, la deriva del settore è provata anche dalla latitanza di un organo consultivo importante come la Consulta per l’emissione delle carte valori postali e la filatelia. Ufficialmente non è stata abrogata, ma sotto il governo Conte non è mai stata convocata e, alla scadenza del mandato, non è stata rinnovata. E dire che un ricambio sarebbe auspicabile perché, a differenza di quanto accadeva in passato, i membri scelti dal ministro come “esperti”, salvo poche eccezioni, sono persone lontanissime dal mondo dei francobolli. Il “congelamento” di un organo incaricato di consigliare sulle politiche filateliche ha di fatto lasciato il campo a un esagerato numero di emissioni con voci spesso di scarso appeal nel programma filatelico italiano.
A inizio anno si è anche profilata la minaccia della nefasta immissione sul mercato dello stock ministeriale attraverso vendite all’asta (IC 3-5.19 pp. 4-7).
E ancora: la proposta di legge 882, Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale, che, se approvata, potrebbe avere pesanti ricadute sul mondo collezionistico in genere, e non solo filatelico (IC 3-5.19 p. 38).
Infine, la recente questione dei due folder Francobolli: valori nel tempo prodotti in tiratura limitata che fanno presa grazie all’ambiguità del duplice ruolo di Poste come operatore commerciale privato e concessionario del servizio universale postale, oggetto della cover story di questo numero (pp. 4-8 ma già delineato su IC 6-8.19 p. 1).
Al momento di andare in stampa i giochi politici per la formazione del Governo sono ancora in divenire, intanto però il 5 settembre entra in vigore il decreto 93 sottoscritto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che modifica l’organizzazione del Mise. Chi occuperà le nuove “poltrone” della Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, radiodiffusione e postali, che conta fra i suoi incarichi «supportare la politica filatelica e l’emissione delle cartevalori postali, assicurare il segretariato della Consulta per l’emissione di cartevalori postali e la filatelia nonché della Commissione per lo studio e l’elaborazione delle cartevalori postali»? Speriamo persone di buon senso e disposte ad ascoltare i consigli di chi ha a cuore il collezionismo di francobolli e lo vive quotidianamente.