Politica e francobolli a casa di Roosevelt
Un fine statista anche in abiti borghesi, estimatore di donne e francobolli, è il Roosevelt del film di Roger Michell A Royal Weekend, che ha il merito di cogliere la funzione dei francobolli di “finestra sul mondo”
di Domitilla D’Angelo
«Quando ero un giovanotto ho scoperto che mostrare i propri francobolli era un modo molto utile per catturare l’attenzione di una donna». Ammicca Franklin Delano Roosevelt nell’alludere alla sua passione filatelica durante il colloquio con re Giorgio VI. È il giugno del 1939, la Gran Bretagna sta per entrare in guerra e il monarca va negli Stati Uniti per chiedere sostegno. L’incontro fra il presidente americano e il re inglese, nella casa di campagna dei Roosevelt, è l’occasione del film A Royal Weekend (titolo originale Hyde Park on Hudson ) del regista Roger Michell – lo stesso di Notting Hill – al cinema dal 10 gennaio.
La narrazione del weekend, scandito da momenti conviviali e colloqui riservati, pone l’accento su un interesse, quello di Roosevelt (1882-1945) per i francobolli, molto noto. Il Philatelic President, come era chiamato, si era avvicinato alla filatelia a otto anni, su suggerimento dei genitori.
Le cronache lo descrivono come collezionista instancabile (dedicava alla filatelia molte ore notturne) e vorace: raccoglieva francobolli di tutto il mondo, disposti dentro album conservati in un baule di legno. Cuore della collezione, la raccolta di saggi, prove e varietà di francobolli americani del Novecento, spesso donati direttamente dal Bureau of Engraving and Printing, la stamperia nazionale americana.
Insieme a questi, anche francobolli ritagliati dalla corrispondenza, come le serie dedicate al re Leopoldo III del Belgio, che compaiono nel film insieme a esemplari con l’imperatrice Zauditu e il principe Tafari dell’Etiopia. O ancora – ed è un’inesattezza storica della ricostruzione cinematografica – il celebrativo dell’Asse Roma-Berlino, con Hitler e Mussolini, emesso nel 1941.
Ma sono soprattutto le serie esotiche ad affascinare il presidente (nella vita e nella pellicola), come il 3 centesimi della Rhodesia del Sud che illustra le cascate Vittoria: «Dicono – commenta con ammirazione il presidente nel film – che siano le più alte del mondo».
Ed è proprio la suggestione esercitata dai francobolli come schermo televisivo ante litteram quella che il A Royal Weekend riesce a restituire agli spettatori, mostrando con naturalezza come i francobolli, piccoli ma colorati, potessero suscitare allora una passione così diffusa e condivisa da capi di stato, sovrani, ma anche persone comuni. Le stesse che nel 1946, quando le collezioni del presidente furono disperse all’asta dalla Harmer a New York, concorsero a far salire i prezzi ben oltre le stime: desiderio di inserire in collezione un pezzo “ex collezione Roosevelt”, ma anche di appropriarsi di esemplari che facevano sognare.